| STORIA Le 
              origini storiche della Provincia di Ragusa si inseriscono in quelle 
              di tutta l'isola siciliana, nelle leggende, nelle prime tracce di 
              popolazioni, nelle varie dominazioni che nei secoli si sono succedute, 
              lasciando tutte un segno, oggi ancora evidente nell'architettura 
              e nell'arte delle citta' e del territorio.
 Sicani 
              e Siculi, come prime accertate popolazioni preistoriche (XVIII - 
              VIII sec. a.C); i Fenici e soprattutto i Greci, questi ultimi primi 
              effettivi colonizzatori (VIII sec. a. C.); Romani (III a.C. - II 
              d.C.) che fecero della Sicilia una provincia dell'Impero; Bizantini 
              e popolazioni barbare, Goti, Visigoti e Vandali (IV - VIII d.C.); 
              Arabi (VIII - X d.C.), che come i greci favorirono un importante 
              sviluppo economico-culturale dell'isola; i Normanni (XI - XIII d.C.), 
              con i quali la Sicilia raggiunse la massima prosperita' economica 
              civile e culturale; gli Angioini di Francia (XIII - XIV d.C.).  Nel 
              1282 una rivolta che interessò tutta l'isola, i cosiddetti 
              Vespri Siciliani, determinò l'elevazione a contee delle città 
              di Ragusa e Modica, da parte del nuovo Re Pietro d'Aragona, alla 
              cui corona la Sicilia si affidava e ponendo fine al "mal governo" 
              degli angioini.  Pochi 
              anni dopo, nel 1286, le due contee saranno unificate nella sola 
              Contea di Modica, quando Manfredi di Chiaramonte, erede alla Contea 
              di Ragusa, sposa Isabella Mosca, erede a quella di Modica.  I 
              Chiaramonte, lontani discendenti dell'imperatore Carlo Magno, governeranno 
              la contea per poco più di un secolo, favorendone la crescita 
              economica, e conseguendo, attraverso giochi di potere e matrimoni 
              "di convenienza", un ruolo di primissimo piano nello scacchiere 
              politico siciliano.  Acquisizione 
              di terre ed eredità esterne alla contea: la signoria di Cefalù, 
              la Marca Anconitana, Caccamo e Gulfi. Titoli e privilegi di ogni 
              specie: Capitano Giustiziere di Palermo, Vicario Generale, Gran 
              Siniscalco e Gran Connestabile (Manfredi I): Signore di Nicosia 
              (Giacomo); Vicario (Manfredi III), un ruolo importantissimo, che 
              assegnava il governo in uno dei quattro territori (per quattro Vicari) 
              in cui fu divisa amministrativamente l'isola durante il "mal regno" 
              di Re Federico.  Giacomo, 
              ultimo dei Chiaramonte, nel 1392, per aver capeggiato una coalizione 
              antiaragonese, fu dichiarato ribelle e condannato a morte (condanna 
              poi non eseguita).  Si 
              chiudeva così il ciclo dei Chiaramonte che divennero, nel 
              breve arco di un secolo, una delle più potenti famiglie di 
              Sicilia, costituendo un esempio tipico, del periodo feudale particolarmente, 
              dell'affermarsi del potere locale, con il quale il potere centrale 
              (Re, Imperatore, ecc.) dovette spesso scendere a compromessi (concessione 
              di investiture, titoli, terre, privilegi, come quello di battere 
              moneta propria) o, nella peggiore delle ipotesi, combattere (la 
              condanna di Giacomo ne costituisce un esempio).  Iniziava 
              quindi un nuovo periodo e l'ascesa di un'altra potente famiglia 
              cresciuta all'ombra dei Chiaramonte, i Cabrera (anche Caprera). 
               Primo 
              Conte fu Bernardo Cabrera, il quale si appropriò di tutti 
              i beni dei Chiaramonte e inaugurando un periodo di irregolarità 
              e tensioni nel territorio, causate da parte di gruppi, per lo più 
              popolani, ancora fedelmente legati ai Chiaramonte.  Uccisioni, 
              torture e prigionie soffocarono ogni tentativo e consentirono a 
              Bernardo di continuare a regnare ed allargare, in pochi anni, la 
              Contea a quelle che sono, in pratica, le attuali dimensioni della 
              provincia di Ragusa: alle originarie Modica, Ragusa, Scicli, Spaccaforno 
              (oggi Ispica) si aggiunsero le zone del "Caricatore" di Pozzallo 
              e S. Croce Camerina, e i territori oggi corrispondenti le aree di 
              Vittoria, Comiso, Acate, Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso 
              Almo.  In 
              Sicilia regnava a quel tempo Martino I Aragona, del quale il Cabrera 
              fu fedelissimo "vassallo" (eletto Comandante in Capo dell'Esercito, 
              Vicerè e Contabile del Regno), almeno fino alla morte del 
              Re (1409) e del di lui erede, il padre Martino II, detto "il vecchio" 
              (1411).  Bernardo 
              cercò infatti di contrastare il ruolo di Bianca di Navarra, 
              Vicaria di Sicilia e nuora di Martino II. Il dissidio durò 
              diversi anni, fino alla elezione del nuovo re di Sicilia, Ferdinando 
              I. In quello stesso anno, peraltro, Bernardo si ammalava di peste 
              e moriva, poi seppellito nella vecchia chiesa di S. Giorgio in Ragusa. 
               Seguì 
              un nuovo periodo di sommosse all'interno della Contea, sempre scontenta 
              della politica dei Cabrera. Importante fu quella scoppiata a Ragusa 
              nel 1447, durante la quale venne bruciato l'archivio comitale ed 
              ucciso un figlio del nuovo conte, Giovanni Bernardo. Fu questi un 
              fedelissimo del Re, per il quale aveva già conquistato Napoli 
              nel 1442.  Fu 
              a causa delle continue sommosse che la cancelleria della Contea 
              fu trasferita a Modica, seconda città della Contea fino a 
              quel momento. A Giovanni Bernardo successe, nel 1466, Giovanni II 
              e a questi, nel 1474, Giannotto, sotto il quale si ebbe il terribile 
              "eccidio degli Ebrei" (1474) che propiziatosi proprio a Modica, 
              per un "reato di paese" si estese in tutta la Sicilia.  Nel 
              1480 Anna, sorella di Giannotto, sposa Federico Henriquez, discendente 
              del real casato degli Aragona, portandogli in dono la Contea, che 
              a lui passava e che si tramandò di padre in figlio fino al 
              1702, anno in cui Giovan Tommaso Henriquez si ribellò al 
              Re, schierandosi a favore di Carlo d'Austria e per questo giustiziato.  
              Nel complesso, anche con gli Henriquez, 
              come con i predecessori Cabrera (almeno dopo Bernardo), la Contea 
              perdette i fasti e l'importanza conseguita al tempo dei Chiaramonte, 
              e sommosse e ribellioni si propiziarono periodicamente durante tutto 
              il loro governo, lasciando intuire il sentimento e l'opinione dei 
              sudditi nei loro confronti.  Da 
              ricordare, intorno al 1600, la nascita della città di Vittoria, 
              in onore a Vittoria Colonna, sposa di Luigi Henriquez.  Altro, 
              più tragico evento fu il terremoto del 1693, che interessò 
              tutta la Sicilia orientale e sconvolse o distrusse territori e citta' 
              intere: Catania, Lentini, Noto, Scicli, Ragusa, Chiaramonte e tanti 
              altri centri, in quella che veniva comunemente denominata "Val di 
              Noto", furono completamente rasi al suolo. Altri "tollerarono gravissimi 
              danni": Modica, Spaccaforno, Niscemi, Vittoria, ecc. I danni inestimabili: 60000 morti e monumenti, opere d'arte e testimonianze 
              di epoche e civiltà passate, per sempre cancellati.
 La 
              ricostruzione, almeno nel cinquantennio successivo all'evento, fu 
              ovunque "sontuosa" e "rappresentativa", celebrativa non solo del 
              fasto e del potere della nobiltà e della chiesa, ma anche 
              dell'orgoglio e della forza della città e del popolo contro 
              quella della natura.  La 
              condanna di Giovan Tommaso pose fine all'autonomia amministrativa 
              e politica della Contea, che veniva incamerata al regio demanio 
              (1703); seguirà le sorti dell'isola sino ai giorni nostri. 
               Nel 
              1713 la Sicilia passò ai Savoia, nel 1720 agli austriaci 
              e nel 1734 ai Borbone di Francia, che nel 1816 la unificheranno 
              insieme a Napoli nel solo "Regno delle Due Sicilie", che terranno 
              fino al 1861, anno della liberazione ed annessione al "Regno d'Italia". 
               Amministrativamente, 
              il territorio della oramai ex contea passa sotto la provincia di 
              Siracusa (lo era già durante il regno delle Due Sicilie), 
              fino al 1926, quando Ragusa è dichiarata provincia d'Italia.   |  RagusaAcate
 Chiaramonte Gulfi
 Comiso
 Giarratana
 Ispica
 Modica
 Monterosso Almo
 Pozzallo
 Santacroce Camerina
 Scicli
 Vittoria
  Monti 
              IbleiCava D'Ispica
 Castello di Donnafugata Camarina
 Casuzze
 Cava d'Aliga
 Donnalucata
 Marina di Modica
 Marina di Ragusa
 Punta Secca
 Punta Braccetto
 Sampieri
 Scoglitti
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